Giornate dello Sport: Paolucci in cattedra all'Istituto Tecnico Tecnologico Salesiano San Zeno

20/04/2025

VERONA - L’Aula Magna dell’Istituto Tecnico Tecnologico Salesiano San Zeno è gremita. Sono circa 400 gli studenti coinvolti nelle Giornate dello Sport, organizzate dall’istituto per parlare non solo di agonismo, ma di salute e di socialità legati al fare movimento. Adriano Paolucci è salito in cattedra per raccontare la sua esperienza con il volley professionistico, dando anche qualche preziosa dritta alla platea di studenti. Oltre al palleggiatore gialloblù, sono intervenuti il Professor Massimo Lanza, dell’Università di Verona, e Riccardo Pavan, del Verona Rugby.

“Ho cominciato la mia vita sportiva con il nuoto, ma in piscina sei da solo, non fai che pensare. Quando ho conosciuto la pallavolo mi è piaciuto tantissimo l’aspetto della squadra, diciamo che mi ha resuscitato” ha raccontato Paolucci. “La dinamica di squadra mi ha insegnato ad andare d’accordo con tutti, si rema sempre tutti nella stessa direzione, anche nella complessità di un gruppo formato da giocatori, staff tecnico e dirigenti”. Il palleggiatore gialloblù ha spiegato anche l’importanza dello staff medico e dei preparatori, che lavorano dietro le quinte per permettere di giocare sempre al massimo livello. “Il loro è un grande lavoro, e qui a Verona siamo fortunati, in BluVolley abbiamo uno staff eccezionale. Salendo di livello si è continuamente soggetti a traumi e microtraumi, mantenersi al meglio possibile è importante. Anche l’alimentazione fa tanto, io tre anni fa ho iniziato un percorso di abbandono delle proteine della carne”.

Oltre a tutto l’aspetto di preparazione fisica, Paolucci ha ammiccato all’ansia ‘da esame’ che accomuna gli studenti prima di una verifica agli sportivi prima di una partita. “L’aspetto mentale è importante. Noi li chiamiamo ‘fantasmi’, sono quei gesti tecnici che in allenamento fai e ti vengono bene, ma poi in partita qualcosa non funziona, la giornata è storta, l’avversario ti mette pressione, e tu vai in difficoltà. Succede anche ai campionissimi, l’importante è fare un respiro profondo e ricominciare a giocare come sai. Spesso i compagni e l’allenatore ti aiutano a scuoterti. Come nello studio, è quello che hai fatto durante la settimana che ti fa stare tranquillo nel momento della gara”.
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