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Rassegna Stampa

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16/03/2006 - Howard «universale» E invalicabile a muro. L'Arena

di Renzo Puliero

Il tabellino ufficiale gli toglie due muri punto e gli riduce la percentuale in attacco (88 per cento quella reale, 78 quella dello scout dei rilevatori di Vibo Valentia, valido per la Legavolley), ma Daniel Howard non ci bada più di tanto. A Vibo non gli viene consegnato, chissà perchè, il premio quale mvp della partita, ma quello di «giocatore più combattivo», all'interno del «Game event Silver Cross», che, guarda caso, domenica prossima si terrà proprio al PalaOlimpia. Già alla fine del secondo set, quando la partita poteva anche essere solo a meno della metà del suo viaggio, lo speaker annuncia che il premio è del capitano gialloblù. La «rimonta» di qualsiasi altro giocatore, d'altra parte, sarebbe stata impensabile al cospetto di quello che Dan aveva fatto in campo. Straordinario.
«Sì - ammette Howard - sono cosciente della mia prestazione. Penso che sia il frutto di tante cose messe assieme. Fisicamente sto bene e ci sono alcune cose tecniche che sono riuscito a sistemare. C'è voluto un po' di tempo. E poi c'è la parte mentale: sto lavorando con Roberto Merli, che mi ha aiutato tanto. Ecco, mettendo tutto insieme, ho trovato un buon livello di forma».
Aveva detto: a muro devo migliorare. Ed ecco sei muri punto a Vibo.
«Il muro è sempre stato il fondamentale nel quale pensavo di poter e dover migliorare. Da un paio d'anni non muro come vorrei. Essendo alto 2.08 e veloce negli spostamenti, dovrei, secondo me, murare di più».
A Vibo si è imposto più volte su Lasko: l'ha aiutato il fatto di conoscerlo bene?
«Certamente questo aspetto mi ha favorito. Ma il muro è, soprattutto, un gioco di squadra. Contro il Tonno Callipo, ad esempio, gli esterni hanno fatto molto bene a muro e l'attaccante avversario ha dovuto cambiare abitudini e traiettorie e, così, ha tirato più verso di me. Sono contento, comunque, di sentirmi meglio a muro e di aver letto bene l'attacco avversario».
I play sono ad un passo, ma quel passo può essere molto arduo.
«Dobbiamo continuare a giocare ad alto livello. E' divertente giocare in questo modo. Dobbiamo goderci questo stato di forma e sfruttarlo al massimo».
Come avete vissuto l'assenza di Bernardi? «Sicuramente, l'assenza di Lorenzo è negativa per la squadra. Perdere un giocatore come lui, che ci ha dato tanto, non solo dal punto di vista tecnico, ma anche come presenza in campo, essendo veramente un leader, ci penalizza non poco. Spero che, come a Vibo, riusciremo a giocare tutti insieme per andare ai play off e , lì, recuperare Lorenzo in buona forma per fare bene anche nella seconda fase».
La squadra, comunque, ha trovato subito nuovi equilibri.
«Un punto di forza della Marmi Lanza è quello di essere, veramente, flessibile. I giocatori si possono spostare in diversi ruoli. Gato, ad esempio, si è allenato solo un paio di giorni in ricezione e subito ha giocato ad alto livello in questo fondamentale. Senza Bernardi, se la squadra non avesse questa flessibilità, sarebbe stato un disastro».
Arriva Cuneo, in corsa per il terzo posto in classifica, una delle concorrenti allo scudetto.
«Affrontiamo una squadra molto forte. Contiamo sul fatto che noi siamo in forma e che giochiamo in casa. Al PalaOlimpia abbiamo dimostrato di saper giocare una buona pallavolo, con il pubblico che ci aiuta. E domenica prossima ci attendiamo, ancora una volta, un grande sostegno per una partita molto, molto difficile».




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